Davanti alle calamità della natura che ci circonda è facile pensare che avvenga tutto in modo casuale e improvviso. È ancora più facile guardare questi fenomeni da lontano e non riuscire a comprendere le persone che vivono in prima persona certi avvenimenti. Ma prendiamoci pochi secondi per metterci nei panni di chi si è trovato almeno una volta in mezzo a una situazione che definiremmo catastrofica.
Pensando al 2024 e all’inizio di quest’anno 2025, ricordiamo bene le numerose alluvioni che l’Italia ha subìto a causa, soprattutto, di siccità prolungata e di esondazioni fluviali.
A ottobre 2024 l’alluvione che ha colpito le zone di Bologna, Modena e Ravenna ha portato a più di tremila sfollati. A marzo 2025 l’alluvione avvenuta tra Emilia-Romagna e Toscana ha isolato quasi millecinquecento persone e sfollato circa duecentocinquanta cittadini. A metà aprile di quest’anno nella provincia di Biella, in Piemonte, sono morte tre persone a causa di un’alluvione che ha colpito la zona.
Pensiamo anche alla zona dei Campi Flegrei in Campania dove, da circa un anno, un gran numero di famiglie continua a vivere con la paura che da un momento all’altro ci sia una scossa di terremoto così forte da far crollare definitivamente la propria casa già instabile.
Negli ultimi mesi stiamo assistendo a numerosi eventi naturali disastrosi, i quali sono sempre più frequenti. Con questi fenomeni non solo ci sentiamo in balìa dell’imprevedibilità, ma siamo trasportati anche delle incertezze che questa imprevedibilità porta con sé.
Non è semplice far fronte a simili disastri, sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista psicologico. Frane, alluvioni, smottamenti, terremoti … Sono molte le forze messe in atto per reagire a questi eventi, ma in che modo reagiamo nel nostro cuore e nella nostra mente?
Dio non è assente nella sofferenza
(Salmo 46:1-3) “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti.”
Come credenti sappiamo che c’è qualcuno che non ci lascia da soli in mezzo ai nostri problemi e ai nostri dubbi. Quella persona è Dio. Ma anche per chi crede in un Dio creatore spesso è difficile venire a patti con il concetto per cui è il Signore stesso ad avere il controllo di sciagure su grande scala.
Nella Bibbia, nel libro di Isaia, c’è scritto: “Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il benessere e creo la calamità. Io, l’Eterno, faccio tutte queste cose” (Isaia 45:7). Qui è Dio stesso che parla e ci chiarisce il concetto: Lui controlla tutto, anche i disastri e le calamità.
È normale trovarsi a lottare interiormente davanti a riflessioni di questo tipo, soprattutto se pensiamo che anche davanti a quesiti molto più marginali spesso non capiamo quale sia il giusto ragionamento da seguire e veniamo presi da confusione. In questi casi è la Bibbia, la Parola di Dio ispirata, che ci aiuta e ci guida alle risposte giuste per i nostri quesiti.
Però la vera questione, il più delle volte, ha a che fare con un altro concetto più profondo che va a toccare la nostra fede personale: Riusciamo a fidarci di Dio anche se non capiamo tutto?
(Romani 8:28) “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.”
Nella Bibbia Dio ci dice che in ogni difficoltà o prova che ci troviamo ad affrontare possiamo essere certi che Dio nasconde in essa un disegno d’amore. I suoi interventi non sono soltanto giusti, ma sono i più giusti possibili. Anche quando non riusciamo a comprendere appieno ciò che accade, siamo chiamati a fidarci di Lui.
Questo tipo di fiducia si costruisce nel concreto cercando Dio nel mezzo del dolore, sperimentando la Sua presenza, e lasciandoci toccare dal Suo amore infinito. È proprio lì, nella prova, che scopriamo quanto Egli sia realmente degno della nostra fiducia.
La fiducia nel Signore, nel creatore dei cieli e della terra, in colui che ha creato anche ciascun elemento che ci compone, è una decisione quotidiana e non un’emozione passeggera. Questa è l’essenza della fede che Dio ci chiede di avere ogni giorno.
Le difficoltà mettono alla prova la nostra pace e pazienza, ma Dio le usa per mostrarci quanto abbiamo bisogno di crescere non solo in fiducia, ma anche in santità.
Quindi, cosa posso fare quando vivo una difficoltà?
(Filippesi 4:6-7) “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”
La Parola di Dio ci rassicura che non dobbiamo vivere nell’ansia. Anche se non possiamo controllare le difficoltà che ci circondano, possiamo confidare a Dio tutto ciò che ci opprime. Grazie alla libertà di rivolgerci a Lui, possiamo affidare i nostri pensieri attraverso la preghiera a Colui che conosce ogni cosa. Così facendo, sperimenteremo la pace che solo Cristo Gesù può donare.
Alla fine, anche se non abbiamo tutte le risposte, abbiamo una certezza incrollabile: Dio è con noi. Come dice Isaia 43:2, “Quando attraverserai le acque, io sarò con te; i fiumi non ti sommergeranno”.
La speranza cristiana non si basa sull’assenza di prove. Nel cuore della sofferenza, possiamo scoprire che la fiducia in Dio non è una teoria, ma una realtà viva. È lì, nella notte più buia, che la luce della Sua fedeltà brilla più forte. Scegliere di fidarsi di Lui non è facile, ma è la via che conduce alla vera pace.
E tu hai mai vissuto un momento in cui hai dovuto fidarti di Dio nonostante tutto?