Il peso delle parole


C’è un aspetto pratico della vita cristiana che dovrebbe particolarmente premerci in questo periodo, la cui influenza si estende in tutti gli ambiti; un dono che, se usato in modo sconveniente, può produrre grossi danni e forti delusioni oppure, con la giusta attenzione, può dispensare speciali benefici sia a noi stessi che alle persone che ci stanno intorno: stiamo parlando delle nostre parole. Secondo alcune statistiche, ogni giorno vengono pronunciate dalle 7.000 alle 20.000 parole. Quante informazioni, opinioni, consigli, riflessioni si possono esternare! Ma sono tutte parole sane e utili quelle che pronunciamo? A fine giornata, quando ci mettiamo a letto e facciamo i conti del nostro operato, riflettiamo chiedendoci: ”Era proprio indispensabile dire quella cosa?” o, “era così difficile dire quell’altra?” oppure, ci addormentiamo sereni e inconsapevoli di aver detto parole sbagliate e aver omesso parole opportune, perché non abbiamo acquisito la giusta saggezza per rendercene conto? È necessario pesare bene le nostre parole, perché ciò che diciamo ha un peso, sempre.
La Bibbia è ricca di insegnamenti e ammonimenti che riguardano l’uso della nostra lingua e vogliamo vedere insieme alcuni brani che ne riportano i rischi, sia per le troppe parole che per le poche parole che pronunciamo! Sì, è proprio così, anche risparmiare parole può essere sbagliato.

Cosa riempie il tuo cuore?
In Luca 6:45 Gesù dice: “E’ dall’abbondanza del cuore che la bocca parla” infatti, dal buon tesoro del suo cuore l’uomo tira fuori il bene, mentre dal tesoro malvagio del suo cuore, l’uomo tira fuori il male. Tutto dipende quindi da cosa riempie il nostro cuore: un cuore che critica produce parole accusatorie, un cuore pieno di amarezza produce parole pungenti, un cuore ingrato produce parole lamentose, allo stesso modo un cuore amorevole produce parole gentili, un cuore fedele produce parole sincere, un cuore sereno produce parole di riconciliazione. Non possiamo mentire a noi stessi, sappiamo bene cosa riempie il nostro cuore, di cosa lo nutriamo quotidianamente e non c’è da meravigliarci se spesso non abbiamo parole buone da dire, se cibiamo i nostri pensieri con programmi, immagini e discorsi pieni di odio e cattiveria, se non caviamo a fondo nella Parola di Dio, se non prendiamo le sue parole come esempio e guida, se non preghiamo seriamente il Signore affinché ponga una guardia davanti alla nostra bocca, sorvegliando l’uscio delle nostre labbra. Per quanto crediamo di essere forti, risulta difficile, se non impossibile, fare pensieri sani che si trasformino in parole altrettanto buone se non ricerchiamo la santità, scegliendo di abbandonare le pessime abitudini che abbiamo costruito. Siamo figli del Dio vivente, dovremmo voler parlare come parlava Lui, invece che soddisfare i desideri della carne.

Parole di morte e parole di vita
In Proverbi 18:21 è scritto:” Vita e morte sono in potere della lingua”. Ciò significa che le parole, che permettiamo alla nostra bocca di pronunciare, hanno una valenza non indifferente. Nella società odierna, la lingua comprende anche le nostre dita che digitano, scrivono, disegnano, condividono, scorrono, fomentano idee, immagini e citazioni sbagliate, fatte spesso di calunnie derisioni e accuse.

Qualcuno potrà pensare:
“Che esagerazione associare l’uso della lingua alla morte”, ma se ciò che diciamo è lo specchio di ciò che pensiamo, e il peccato che così facilmente ci avvolge, porta alla rovina, allora non è eccessivo correlare le due cose, infatti un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Le parole mordono e divorano, possono essere armi di distruzione di massa, incentivi alle guerre, bombe che demoliscono matrimoni, famiglie, amicizie, chiese, carriere; le parole possono distruggere le reputazioni, le speranze, possono abbattere persone più fragili irreversibilmente. Ma c’è una speranza! Le persone vivono anche grazie alle cose che vengono dette. Le parole riconciliano e creano armonia, allietano i matrimoni, rafforzano le famiglie, rendono sane le chiese, danno speranza agli afflitti, incoraggiamento agli abbattuti e permettono di condividere il messaggio di salvezza! Abbiamo in possesso un dono inestimabile come creature ideate a immagine di Dio, eppure con le stesse labbra con cui lodiamo e benediciamo, siamo capaci di offendere, disprezzare e ferire. Perché alimentiamo il fuoco, sapendo che produrrà danni?

Il frutto che sazia di beni
In Proverbi 12:14 emerge che “per il frutto della sua bocca l’uomo è saziato di beni”. Se desideri un buon raccolto, assicurati di piantare bene i tuoi semi. Se pianterai semi buoni, raccoglierai ciò che hai seminato. Quante volte ti capita di omettere belle parole fatte di incoraggiamenti, complimenti, conforto, ispirazione, magari per vergogna o pensando non sia appropriato o utile? Combatti questo vincolo, vinci questa barriera. Con la preghiera chiedi al Signore di aiutarti ad essere una persona che sa usare le proprie parole con cura, con saggezza! Non ci si può imbarazzare nel procurare del bene, sarebbe un paradosso! La Bibbia dice che “le parole dette a tempo sono come frutti d’oro in vasi d’argento cesellato” ciò significa che sono preziose! Non possiamo e non dobbiamo rimandare quando c’è da pronunciare parole buone, non bisogna risparmiare la lingua quando è positivamente efficace il suo aiuto. Dio ci invita a non stancarci, a perseverare, a crescere nelle sue vie, affinché diventi sempre più naturale e spontaneo per noi, il parlare con senno e ponderatezza. I benefici che il Signore saprà donare, si estenderanno sia a chi riceve buone parole, ma altrettanto a chi le sa esternare. Dopo ciò che hai letto, forse ti sei sentito toccato in qualche aspetto; probabilmente pensi che bisogni
rivedere quale atteggiamento che riconosci essere sbagliato, forse il Signore in questo momento ti chiede, prima di modificare qualcosa nel tuo parlare, di ascoltare da Lui, trascorrere del tempo in preghiera per ammettere che è necessario lavorare giorno per giorno per seguire le sue istruzioni.
Un giorno, come figli di Dio che hanno dentro di sè lo Spirito Santo, renderemo conto anche sull’uso della nostra lingua, come ci faremo trovare?