L’incarnazione di Gesù: solo una bella storia?


Avrai sentito spesso parlare nel periodo di Natale della nascita di Gesù e della sua venuta sulla terra, ma conosci davvero il profondo significato dell’Incarnazione del Figlio di Dio? Pur avendo familiarità con la storia della nascita di Gesù, spesso non ci siamo mai fermati a comprendere e approfondire tale verità. Il termine “Incarnazione” sta per “assunzione di un corpo fisico da parte di un essere soprannaturale”. Ciò vuol dire che il Figlio di Dio si è manifestato in carne, pur restando perfettamente Dio. In effetti, ci sono diversi aspetti che la nostra mente limitata fatica a comprendere.
Un primo aspetto è che nell’Incarnazione abbiamo la concreta visione del mistero della Trinità. Gesù non solo rimase legato al Padre in un rapporto speciale, ma lui stesso era Dio, proprio come il Padre. E a questo rapporto così unico si aggiungeva la perfetta comunione dello Spirito Santo, anch’egli perfetto Dio. Quando ci riferiamo alla Trinità sarebbe riduttivo e sbagliato pensare a tre forme diverse di essere Dio, piuttosto dovremmo riferirci a un solo Dio che esiste e si rivela in tre persone divine. Conoscendo Gesù, conosceremo anche il Padre e lo Spirito Santo: tre persone distinte, un medesimo Dio. Per questa ragione Gesù disse: “Chi riceve me, riceve colui [Dio Padre] che mi ha mandato” (Giovanni 13:20). L’aspetto meraviglioso dell’Incarnazione dovrebbe spronarci a comprendere più in profondità il mistero della Tri-unità di Dio.
Inoltre, una corretta visione della Trinità è indispensabile per avere la giusta idea della nascita di Gesù. Sapere che Gesù è pienamente Dio, e non solo “un po’ di Dio o una sua parte”, ci incoraggia a guardare nuovamente a quella “culla”, alla mangiatoia in cui è nato: vedremo nel bambino – tenero e indifeso descritto nei Vangeli – Dio stesso. È incredibile pensare che il potente ed infinito Creatore si sia fatto carne, uomo tra noi. Forse amiamo il Natale perché è legato ad una festività, o forse perché ci colpisce l’idea del bimbo innocente che nasce, il fatto che non avesse un posto sicuro in cui essere accolto. Ma più di questo, nella nascita di Gesù osserviamo la concreta unione del Padre e del Figlio: in quella “culla” c’era il Dio manifestato in carne e non “una sua parte”. Il Dio che a volte vediamo così distante ha desiderato avvicinarsi a noi, ha amato il mondo fino al punto da offrire in sacrificio suo Figlio sulla croce (Giovanni 3:16).
L’Incarnazione è potente. In quella “tenera” nascita c’è di più! L’Incarnazione è il modo in cui il mistero del Dio Uno e Trino è stato rivelato. Gesù si è fatto conoscere, è diventato simile agli uomini fatta eccezione del peccato, ci ha amati fino alla morte di croce (Filippesi 2:5-8).
Ma soprattutto l’Incarnazione fu la risposta di salvezza che il popolo di Dio stava aspettando da molti secoli.
“In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo” (1 Giovanni 4:9).
Volendo riassumere al massimo il contenuto di questo versetto, potremmo dire che “l’Incarnazione di Gesù Cristo è la nostra vita”. Se non ci fosse stata la sua venuta sulla terra l’uomo non avrebbe avuto alcuna soluzione al problema del peccato. Quella “culla” è il simbolo della salvezza, ci dice che quel Dio che a volte ci sembra lontano ha pensato alla nostra salvezza, ha mostrato visibilmente il suo amore per noi. Grazie alla nascita, alla morte e alla risurrezione del Figlio di Dio, noi abbiamo la possibilità di ricevere la vita eterna.
Se, dunque, l’Incarnazione significa tutto questo, fermati e rifletti sul reale significato della venuta di Gesù. Non essere superficiale e non lasciare che la nascita del Signore sia solo una bella storia legata al Natale. Per noi cristiani la storia dell’Incarnazione significa vita, e per te?