Un amore senza riserve


Cos’è l’amore e in che modo lo manifestiamo?

Questa parola ha radici profonde, racchiude in sé un’ampia varietà di sentimenti. I grandi autori della letteratura hanno provato per secoli a spiegarlo nei loro testi e nelle loro poesie. Si dice che l’amore sia il motore della vita, la motivazione che giustifica ogni azione e che rende tutto lecito; un sentimento d’affezione molto forte che a volte può deludere, far soffrire e non sempre si mostra in modo disinteressato. Sicuramente ognuno, nel corso della vita, ha maturato un’idea propria di tale concetto, basato su esperienze vissute, sulle relazioni o sulle delusioni passate.

La società in cui viviamo ci ha convinti a distorcere il pieno significato dell’amore, portandoci a credere sempre di più in una visione totalmente accondiscendente di esso, che mette al primo posto l’egocentrismo; una forma di amore che nutre l’io e fa dominare l’egoismo, in cui il proprio benessere deve venire prima di quello degli altri. È “in nome dell’amore’ che assumiamo certi atteggiamenti. Siamo stati assuefatti da quattro miti tossici:

 

  1. Tu sei abbastanza;
  2. Sei perfetto cosi come sei;
  3. Hai diritto primario sui tuoi sogni;
  4. Non puoi amare gli altri finché non ami te stesso.

 

Non c’è errore più grande di quello di giustificare continuamente sé stessi, convincendosi di non avere bisogno del cambiamento, ma che piuttosto debbano cambiare le circostanze e le persone intorno a noi. Ci concediamo la possibilità di prevaricare sugli altri, se è necessario per raggiungere i nostri obiettivi; il diritto di cercare prima di tutto il nostro interesse, come scusante per poter essere d’aiuto al prossimo. Spesso infatti, l’amore è dato e ricevuto in base a ciò che ne si può ottenere. Questi quattro miti tossici vengono alimentati giorno dopo giorno attraverso i social media, sul posto di lavoro, in famiglia e in ogni dove. Nella società l’imperfezione e la natura peccaminosa non vengono contemplate come problema, anzi vengono viste come parte integrante di ciascuno di noi, senza le quali non potremmo mostrarci per quello che siamo. Quanto è sbagliata questa visione della vita, quanto è distorta la prospettiva di amor proprio!

Se c’è una cosa che l’uomo sa fare bene è amare sé stesso, è qualcosa che viene in modo naturale. Ma quando si tratta del prossimo? Come ci si deve comportare? Perché è così difficile amare chi ci sta intorno come amiamo noi stessi?

Vivere e agire in relazione a sé stessi ci ha portato a dimenticare totalmente l’ambiente circostante, ad abbandonare l’empatia, la sensibilità, l’altruismo. L’uomo è alla costante ricerca della propria esclusiva soddisfazione. Niente sembra avere più valore di questo.

C’è però qualcuno che può sconvolgere questa visione oscurata e aiutarci ad andare controcorrente. Forse l’ideatore di questa meravigliosa emozione l’aveva immaginata in modo diverso rispetto a come noi la mettiamo in pratica.

L’amore per eccellenza è perfettamente descritto nel libro dei libri: la Bibbia. Non solo ci viene dato l’esempio di Colui che ha amato prima di tutti, ma ci viene spiegato anche il modo migliore per amare il nostro prossimo, nonostante le delusioni che ci può recare.

La Bibbia dice in 1 Giovanni 4:10 “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio” e ancora in Matteo 5:44 “Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano.”

Dio ci ha amati prima che noi amassimo Lui, e sicuramente non abbiamo fatto nulla per meritare quell’amore, certamente non deve essere facile amare dei peccatori. Delle creature che continuamente disobbediscono al proprio Creatore, sottovalutano la sua presenza, agiscono senza considerarlo, si allontanano dai suoi insegnamenti. Eppure la Bibbia è chiara. Dio è chiaro. Nonostante sia santo, e non possa tollerare il peccato, ci ha amato e ha mandato suo Figlio a morire per noi. Il segno supremo del suo amore!

A volte capita di ascoltare quest’affermazione: “Ma tanto Dio ci ama per quello che siamo, non c’è bisogno di cambiare atteggiamento!”. In realtà, Dio ci ama, non per quello che siamo, ma nonostante quello che siamo, cioè peccatori e ci chiama ad un cambiamento radicale. Quando ci domandiamo “Come può Dio comandarmi di amare le persone o addirittura i miei nemici?”, pensiamo che Egli è la prova vivente di quanto l’amore possa coprire ogni colpa. Gesù ha amato quelli che lo hanno crocifisso, ha amato quelli che lo hanno deriso, sputato, perseguitato. Quanto più noi dovremmo imparare ad amare sulla base del suo esempio!

Se Egli ha potuto sopportare l’odio e amare anche in circostanze difficili, noi non abbiamo alcuna scusa per non amare chi ci sta intorno. Che cosa succede se qualcuno mi ha trattato male? Qual è la mia reazione? Dio ci insegna che l’amore dà, non solo a quelli che ci fanno del bene. Ama i suoi nemici; ama per primo; non scompare se non viene ricambiato; sopporta ogni cosa.

Qualcuno potrebbe pensare che, essendo Dio, è facile amare, perché Lui non è come noi. È vero. Dio non è come noi, ma quando ha mandato Gesù sulla terra era perfettamente uomo, con la stessa natura che sperimentiamo tutti noi, fatta eccezione per il peccato. Poco prima della sua morte, ha concluso la sua preghiera al Padre con queste parole: “…e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l’amore del quale tu mi hai amato sia in loro.” Dio è amore, il suo nome è portatore d’amore. Scegliere di amare non solo è ciò che Egli ci insegna e ci comanda, è la cosa più bella che possiamo fare per condividere ciò che veramente Dio intendeva; è l’arma che abbiamo per combattere l’odio e quanto di più corrotto c’è nel mondo.

Un noto scrittore americano ha definito la parola ‘amore’ usando le seguenti parole: “l’amore è il traboccare della gioia in Dio, che accoglie con piacere i bisogni del prossimo”. Quando la nostra relazione con Dio è forte, ancorata nella sua Parola, quando il nostro sguardo è rivolto verso l’alto, il nostro fare e pensare sarà orientato verso l’esempio di Dio e saremo capaci di amare noi stessi e il prossimo in modo equilibrato. Se viviamo una profonda relazione verticale, tutte le relazioni orizzontali ne trarranno beneficio.

Non dimentichiamo mai che abbiamo ricevuto l’amore di Dio gratuitamente, allo stesso modo offriamolo senza riserve.