Pesticidi per relazioni: la pornografia

“Pesticidi” per relazioni: pornografia

Sapevi che l’industria della pornografia rappresenta una delle più grandi economie del web?
Probabilmente non ci hai mai fatto caso, ma la pornografia viaggia veloce e il suo mercato sembra impossibile da circoscrivere. Osserviamo insieme qualche dato per meglio comprendere ciò di cui stiamo parlando.
Non è possibile stabilire numeri precisi, ma il mondo del web conta più di 1,5 miliardi di siti online e il 30% di questi è di natura pornografica. Si stima che il 25% di tutte le ricerche online fatte dagli utenti ogni giorno siano per la consultazione di siti a sfondo sessuale/pornografico. Più del 35% del pubblico della pornografia è composto da donne e questo è un dato in forte espansione.
• Un uomo su cinque ha dichiarato di consultare materiale pornografico durante l’orario lavorativo;
• Il primo contatto con video a contenuti sessuali espliciti avviene in un’età compresa tra gli otto e gli undici anni;
• Ogni secondo, migliaia di persone da ogni angolo del pianeta si collegano a un sito di pornografia e il contatore del sito porno più visitato, da solo, conta qualcosa come 3,3 miliardi di visite al mese; numeri da capogiro!
• Concludendo con la nostra Italia, uno dei più importanti portali online di pornografia come “Pornhub” si qualifica come il nono sito online più ricercato del 2020 dopo giganti come Google.com, Facebook.it, Amazon.it, Youtube.com ecc.
Quella della pornografia è un’industria con incommensurabili margini d’espansione e il suo frutto è ormai ovunque. Il suo prodotto è accessibile e invitante, il fenomeno è in crescita e pare che la nostra società non voglia alzare trincee, anzi, tornare con la mente indietro di 20 anni ci mostrerà come siano stati accettati compromessi considerevoli.
Non solo, la pornografia è anche marketing. Non c’è programma televisivo, rivista o ricerca internet che non proponga contenuti “velatamente” espliciti e, laddove a qualcuno sorgesse il minimo dubbio che forse si è un tantino esagerato, si è pronti a spegnere l’incendio utilizzando le magiche paroline “è il marketing, funziona così!”.
Siamo, inondati, quasi strattonati dalla potenza di fuoco di questa nuova pubblicità, tanto che i nostri occhi sono ormai insensibili, non c’è imbarazzo, non ci sono più tabù. Gira per le strade della tua città e troverai foto di modelli e modelle seminudi che urlano al mondo la loro perfetta bellezza, intenti a rivendicare la loro libertà sessuale mentre ti propongono smartphone, panettoni, aspirapolvere o abbonamenti in palestra. Sali sulla metro, acquista una rivista di moda, visita un centro commerciale e dimmi se non è così! Al centro di questo incredibile e fittissimo flusso di immagini, fra propaganda e contenuti sessuali, ci siamo noi, ci sono io e ci sei tu.
Il sesso è ovunque: nella nostra tasca se giriamo in autobus, sui calendari, sul monitor del nostro pc se siamo a lavoro, sui tablet se siamo a scuola o mentre facciamo i compiti, nel televisore del nostro soggiorno. È un dato di fatto, e come tale va accettato. Anzi, sembra quasi che ci siamo abituati all’idea di aver accettato la pornografia, e questo perché il livello di sessualizzazione intorno a noi è alto.
Credi che questa nuova, incontrollabile, ondata di sesso incontrollato non abbia presa su di te? Ti sbagli.
Secondo il Sole 24 ore, il numero di divorzi in Italia (Fonti: “Serie storiche di Istat”) è passato da 15301 (anno 1972) al suo picco massimo di 99071 (anno 2016). Le cause sono ormai sempre più comuni a tutti i casi di divorzio: infedeltà, incomprensione, vita sessuale insipida, mancata capacità d’ascolto del partner, egoismo, superficialità.
Naturalmente, la pornografia difficilmente potrà essere citata tra i principali capi d’accusa, ma bisogna sapere che essa ha un forte potere inquinante e che agisce direttamente sul nostro cervello, e di conseguenza sui “perché” di una separazione.
Da un punto di vista prettamente fisiologico l’esposizione ai contenuti pornografici determina il rilascio di una serie di neurotrasmettitori (ad esempio la dopamina) che hanno la funzione di suggerire al cervello che in quel momento deve provare un profondo e intenso piacere. La consultazione di materiale pornografico richiamerà un rilascio di dopamina che agirà sulle aree delle emozioni e dell’apprendimento del nostro cervello, inducendolo a pronunciare banalmente questo pensiero: “lo desidero intensamente, adesso devo avere questa cosa!”.
Il risultato di questi comportamenti sarà sì l’appagamento di un forte desiderio, ma al contempo il cervello memorizzerà il modo e il luogo in cui ha trovato questo piacere.
Un’esperienza prolungata e dipendente dalla pornografia richiederà un livello di appagamento sempre maggiore, sempre più intenso, e saremo così portati a consultare nuove forme di esperienze sessuali sbagliate, sempre più spinte e immorali, ampliando – in un certo senso – i nostri gusti pornografici: questo fenomeno può essere definito “desensibilizzazione del piacere”.
La risposta fisiologica del nostro cervello sarà quella di trovare autonomamente una nuova strada per incontrare il piacere, pescando nuovi spunti sessuali nella quotidianità, anche nelle comuni relazioni di amicizia o di lavoro. Ecco che il nostro cervello, in preda ad un’astinenza da neurotrasmettitore, ci suggerirà pensieri nei confronti di quel/quella collega, o di quell’amico o di quell’amica, rendendoci ipersensibili al fine di ottenere quello stimolo capace di innescare l’appagamento tanto auspicato. La pornografia agisce sul tuo cervello in modo subdolo, ambiguo, inducendolo a comportamenti talvolta inaspettati e non decisi da te.
La pornografia è velenosa, contamina, fa terra bruciata e può distruggere il più saldo dei matrimoni, la più felice delle relazioni. Ti immerge in un mondo falso, composto da desideri e pulsioni innaturali verso una perfezione che non esiste, inducendoti a paragoni tra il tuo partner e i tuoi “porno-modelli”. Essa alimenta il tuo egoismo, pone la ricerca del tuo piacere al di sopra delle relazioni, che tu sia single o sposato. La quotidianità con tua moglie o tuo marito diventerà noiosa, repulsiva, lei o lui non risponderà più alle tue esigenze e nasceranno tensioni, problemi, incomprensioni, indifferenze. Nelle tue fantasie sei un “re” il cui piacere viene soddisfatto al tuo comando. È un mondo che ti soddisfa, ti seduce, ma è un mondo che esiste solo nella tua testa. La realtà è che a venire soddisfatto è solo il tuo Io, il tuo ego, e più esso viene alimentato in questa forma meno spazio lascia alle tue relazioni.
La pornografia è tossica. È un circolo che non si arresta, ti renderà sordo alle richieste d’aiuto del tuo partner e insensibile al dolore che arrechi. La tua mente sarà abbagliata dalla spasmodica ricerca di nuovi stimoli rendendoti incline a pensieri di infedeltà, preferendo un sesso senza coinvolgimento emotivo a una relazione ricercata, intima, vera.
“Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” (Giacomo 1:15 – la Bibbia)
La Bibbia ci parla del pensiero di Dio, e in merito alla pornografia è estremamente chiara.
Dalla Bibbia apprendiamo che ciò che è disobbedienza al pensiero di Dio o alla sua moralità è definibile come peccato, e la concupiscenza (cioè il desiderio ardente, che brama, riconducibile a quello che ci lega alla pornografia) concepisce il peccato che, una volta compiuto, produce la morte. La Bibbia dice questo. Già duemila anni fa Dio ha voluto lasciarci una traccia scritta del suo pensiero in merito al pericolo che si cela dietro alle lusinghe del sesso. La sessualità ha preteso la sua libertà e oggi sembra aver aggredito la società in ogni suo ambito. Le parole riportate nella Bibbia, più precisamente nella lettera di Giacomo, alla luce di quanto detto in questo articolo sono vere e attuali più che mai.

Sin dall’inizio Dio ha stabilito il matrimonio, e il suo piano per l’uomo è ben sintetizzato da queste parole: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:24 – la Bibbia). Dio aveva stabilito che l’uomo si unisse per la vita a una sola donna (e viceversa) e che verso di lei volgesse i suoi desideri. Quello del sesso è un dono, un bellissimo dono, che Dio ha dato all’uomo e alla donna affinché ne godessero in ambiti precisi e ben definiti e con esso anche la serenità di una famiglia unita, la sintonia di una coppia affiatata, la sicurezza di un amore fedele.
Il peccato ci conduce su sentieri ingannevoli e ci predispone a desideri di infedeltà, fredda intimità, relazioni di facciata, bugie, sordità ai bisogni del partner, scuse, insensibilità e ancora tanto altro. Tutti questi elementi si faranno strada e condurranno le nostre relazioni al più fatale degli esiti. Soddisfare il nostro ego non ci porterà a nulla di buono, anzi, la sana inclinazione verso il nostro compagno o la nostra compagna sarà deteriorata, macchiata, e il conto da pagare potrebbe essere davvero molto salato.
Pensi ancora che l’iper-sessualizzazione della nostra società non abbia nulla a che fare con te?

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